È di questi ultimi mesi una serie di interventi, anche ai più alti livelli istituzionali, che hanno riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica la questione dell’insegnamento della matematica. Più voci si sono alzate a chiedere che vengano cambiate le modalità di insegnamento della disciplina e in particolare che si smetta di far prevalere le regole a discapito dei ragionamenti e dei concetti, visto che questo sembra allontanare molti studenti dalla regina delle scienze.
Un legame più stretto dell’insegnamento della matematica con la vita di tutti i giorni è suggerito come un possibile modo di migliorare il livello di competenza scientifica dei cittadini.
Dal canto loro, anche i risultati raggiunti nelle prove internazionali di valutazione delle competenze/abilità matematiche continuano a mettere in evidenza troppe difficoltà da parte dei nostri studenti a reggere il confronto con i coetanei di altri Paesi. I risultati sono diversi regione per regione ma dal quadro generale esce purtroppo ancora prevalente la sensazione di notevoli carenze nell’apprendimento matematico raggiunto nella scuola italiana.
Sono criticità alle quali non possiamo e non vogliamo assuefarci. Sono direzioni e obiettivi, quelli proposti per superare tali criticità, che MathUp ha individuato fin dalla sua prima edizione e che sono diventati, con gli anni, patrimonio largamente condiviso. Si tratta ora di andare avanti a partire anche dalle esperienze e dalle riflessioni che molti docenti hanno sviluppato nelle precedenti edizioni dei corsi MathUp e dalla generale disponibilità e abnegazione degli insegnanti di matematica.
C’è un “sentire comune” sulla direzione che la didattica della matematica deve intraprendere ed è ora che questo sentire comune diventi “sistema” e si traduca in una prassi non più confinata ad alcune testimonianze esemplari.